Storie sulle Tele

L’interazione con l’altro
Questo è un grande tema, dall’alba dei tempi in cui lasciammo le nostre Case per incarnarci in una realtà particolare, duale per eccellenza e cristallizzata in una densità unica.
La fusione naturale con l’altro, la telepatia, la connessione e pertanto l’innata consapevolezza di comprendere dal primo istante chi si aveva davanti, sono venuti sempre meno. E più ci disconnettevamo dal Sentire e Vedere l’altro più sprofondavamo nell’ossessione progressiva del nostro ego e dei nostri bisogni e visioni, pretese ed ottusità. Smettemmo di avere un Sogno Comune, linee guida comportamentali dettate dalla vibrazione che ci caratterizzava come timbro di appartenenza, e nella densità unica della materia, tutto divenne così solido da indurire i nostri stessi occhi e cuori.
Smettemmo di Sentire e fummo rapiti dalla nostra unica ed isolata visione.

Come può una voce che racconta solo e soltanto a sé stessa la “verità” delle cose, elevarsi al di sopra di sé, non avendo più confronti stimolanti?!
Così oggi non riusciamo per natura ad esporci, aprirci e porre le necessarie attenzioni a tutto ciò che diciamo, facciamo e pensiamo, mantenendo addirittura una coerenza tra queste parti e tanto meno riusciamo a donare tale coerenza e saggezza esternamente.

Delle volte concetti ci illuminano e li integriamo e un attimo dopo cadiamo in mancanze verso sé stessi e agli altri con una facilità disarmante.
La differenza tra conoscere e avere una buona consapevolezza sta’nel fatto che chi conosce è ricco nella mente, chi è consapevole incarna ciò che divulga, è ricco dentro.
È un lunghissimo cammino per ognuno di noi e lo è a così tanti livelli che per molto tempo, molte vite ritroveremo in noi ancora incoerenze e dissonanze. Per imparare ad osservare ed elevare tutto questo, ci vuole prima di tutto la volontà di farlo e l’umiltà di mettersi davvero in discussione, abbandonata l’idea che la fascinazione che vorremmo provocare negli altri possa nutrirci e definirci o addirittura elevarci.

Da soli non è semplice, se non addirittura impossibile riuscire a specchiarci in tutti gli aspetti che in noi non hanno ancora raggiunto la “maggior età” e qui sta anche la forza di una comunità, gli altri da ostacoli da arginare o confinare per il proprio bene, possono essere anche strumenti di rivelazione. Rivelazione di quanto ancora siamo lontani dal divenire l’immagine ideale di un noi più elevato, di un noi che vorremmo realizzare

L’interazione con l’altro<br>Questo è un grande tema, dall’alba dei tempi in cui lasciammo le nostre Case per incarnarci in una realtà particolare, duale per eccellenza e cristallizzata in una densità unica.<br>La fusione naturale con l’altro, la telepatia, la connessione e pertanto l’innata consapevolezza di comprendere dal primo istante chi si aveva davanti, sono venuti sempre meno. E più ci disconnettevamo dal Sentire e Vedere l’altro più sprofondavamo nell’ossessione progressiva del nostro ego e dei nostri bisogni e visioni, pretese ed ottusità. Smettemmo di avere un Sogno Comune, linee guida comportamentali dettate dalla vibrazione che ci caratterizzava come timbro di appartenenza, e nella densità unica della materia, tutto divenne così solido da indurire i nostri stessi occhi e cuori.<br>Smettemmo di Sentire e fummo rapiti dalla nostra unica ed isolata visione.<br><br>Come può una voce che racconta solo e soltanto a sé stessa la “verità” delle cose, elevarsi al di sopra di sé, non avendo più confronti stimolanti?!<br>Così oggi non riusciamo per natura ad esporci, aprirci e porre le necessarie attenzioni a tutto ciò che diciamo, facciamo e pensiamo, mantenendo addirittura una coerenza tra queste parti e tanto meno riusciamo a donare tale coerenza e saggezza esternamente.<br><br>Delle volte concetti ci illuminano e li integriamo e un attimo dopo cadiamo in mancanze verso sé stessi e agli altri con una facilità disarmante.<br>La differenza tra conoscere e avere una buona consapevolezza sta’nel fatto che chi conosce è ricco nella mente, chi è consapevole incarna ciò che divulga, è ricco dentro.<br>È un lunghissimo cammino per ognuno di noi e lo è a così tanti livelli che per molto tempo, molte vite ritroveremo in noi ancora incoerenze e dissonanze. Per imparare ad osservare ed elevare tutto questo, ci vuole prima di tutto la volontà di farlo e l’umiltà di mettersi davvero in discussione, abbandonata l’idea che la fascinazione che vorremmo provocare negli altri possa nutrirci e definirci o addirittura elevarci.<br><br>Da soli non è semplice, se non addirittura impossibile riuscire a specchiarci in tutti gli aspetti che in noi non hanno ancora raggiunto la “maggior età” e qui sta anche la forza di una comunità, gli altri da ostacoli da arginare o confinare per il proprio bene, possono essere anche strumenti di rivelazione. Rivelazione di quanto ancora siamo lontani dal divenire l’immagine ideale di un noi più elevato, di un noi che vorremmo realizzare

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