Akasha

Perché non apri una scuola spirituale?!…

Perché non apri una scuola spirituale?!…

Ieri guardando una serie TV, c’è stata una frase, un concetto che mi ha fatto riflettere…un dialogo tra due parti: una donna è uscita da una setta e cerca di accogliere altri che vogliono tornare a vivere pienamente e in presenza le loro vite sospese ed il figlio che la aiuta nel trasmettere questa possibilità.
Lei gli chiede come mai nonostante loro si danno così tanto per accogliere gli indecisi non riescono a “cambiare” radicalmente le loro condizioni (magari arrivano da loro ma poi ci ripensano o altro) e lui le risponde che il motivo è che loro “estirpano erbacce” (cioè in un primo impatto sono molto efficaci ed attraenti per coloro che sentono che qualcosa non va) ma non offrono un’alternativa strutturata (come un percorso preciso con regole ed obiettivi quotidiani) che vada a colmare il grande vuoto che resta negli animi di questi individui. E che in definitiva ognuno di noi ha “bisogno di dare un Senso” alla propria esistenza…la maggioranza però non trova gli spunti necessari per scoprire tale Senso e di conseguenza si affida totalmente e passivamente facendosi trascinare in ogni azione.

Bè ho rivisto la mia stessa esperienza di un anno fa. Per diversi mesi, dopo essermi completamente aperta ed affidata al mondo esterno, mi sono ritrovata in un vortice di richieste. Così prima ancora di rendermene conto ho fatto esperienza nel condurre cerchi di condivisione, guidare (praticamente) dei seminari di due ore, due domeniche al mese, in cui canalizzavo ed offrivo ciò che arrivava su ogni tematica richiesta e sempre tutto a livello gratuito. Ho addirittura accolto la richiesta di “fare consulenze”. Ho messo in piedi e supervisionato la creazione di quattro progetti, tra cui un gruppo dove abbiamo cercato di creare un orto condiviso…per mesi avevo per la prima volta in vita mia un’agenda nella quale dovevo segnare appuntamenti.
Finché non bastava più. Cominciarono a chiedermi di aprire una scuola spirituale! Perché avevano bisogno di più, di essere imboccati ancora di più. Piuttosto pagando… perché la semplice condivisione era vista come pagliativo e non come spunto dal quale semmai ripartire.
Ora, inutile dire che non ci ho minimamente pensato! Prima di tutto perché non sono né pronta, né capace, né interessata, ma anzi ho allentato io la presa. Quel Ciclo di esperienze mi ha arricchita moltissimo, facendomi crescere e mettere alla prova in molti modi, ma era chiaro che si stava concludendo anche per me. Proseguire sarebbe stato solo un moto egoico.

Ma oggi osservo cosa resta…siamo riapprodati nella sensazione che non ci sia più tutta questa emergenza di fare gruppo. È comunque naturale e ciclico che un moto non dura all’infinito nella stessa forma ed intensità…ma rifletto sul bisogno della maggioranza di essere letteralmente imboccata passo passo, perché l’idea di prendere spunti e creare da soli il proprio cammino terrorizza molti. Non ti stupire dunque, se nell’umiltà di condividere il tuo sapere e la tua esperienza ti viene chiesto molto di più….ma prima di accettare assicurati che non lo fai solo per nutrire il tuo ego, lo faresti comunque in modo tossico e frammentato, piuttosto dì di no e apriti al tuo nuovo Ciclo.

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