Akasha Storie sulle Tele

Consapevolezza

Consapevolezza

Il problema della Consapevolezza è che non è uguale in tutti noi. Procede per gradi di espansione, più dentro ampliamo la prospettiva più la Consapevolezza si espande e ci permette di ampliare la prospettiva… È una danza verso l’infinito interiore, che ci spinge nell’infinito Oltre… Aimé non si può inculcare o spiegare quale sia la chiave per dare vita a questa danza. Certo ci sono percorsi, esercizi, volontà che ti allenano e dirigono ma la Consapevolezza è talmente soggettiva e ingestibile che una persona può addirittura diventare molto comprensivo, intuitivo o capace energeticamente, ma non crescere abbastanza di Consapevolezza… Ci accorgiamo che la nostra Consapevolezza evolve nel momento in cui smettiamo di usare la sola logica, il pensiero e cominciamo a vedere attraverso lo Spirito….e poi crescerà ancora ed ancora non appena lo sguardo dello Spirito si espanderà all’intuito dell’Anima….
Ma noi tutti, qui, così diversi per ego, maschere e vite precedenti come possiamo sentirci allineati gli uni agli altri, se addirittura le nostre stesse Consapevolezze sono così differenti?!…. Da qui nascono gli attriti, le porte chiuse, le incomprensioni, la frustrazione e la rabbia, il senso di solitudine e molto altro…

È come un grattacielo infinito, ognuno risiede per periodi più o meno lunghi in un piano di esso. Chi sta ai piani più alti, cerca di raccontare la visuale di cui gode e convincere, talvolta, i piani inferiori a proseguire la salita, chi dimora più in basso non vede il panorama e non crede che esista “è solo la tua prospettiva, lo dici te ma non è la verità” ti gridano e tu ovviamente ammetti che è vero, tanto quanto lo è il panorama più ampio che osservi…. E così all’infinito…

È inevitabile vivere talvolta scontri violenti a causa delle prospettive di Consapevolezza che abbiamo, dovremmo allenarci forse di più nell’accettare che finché uno non trova la spinta, la volontà di salire i vari piani del grattacielo non possiamo né immaginare cosa si trovi sulla cima, né obbligare quelli sotto di noi a credere che più si sale, più si scopre che la visuale aumenta in proporzione all’altezza raggiunta.

Accettare che altri non si fidano o fideranno mai di cosa vedi e senti al piano in cui sei arrivato, mentre continui a cercare di salire un altro livello, forse sarebbe la cosa più saggia da ricordare, mentre vieni ostracizzato, deriso, aggredito proprio perché tenti di mostrare una direzione che non sanno esserci, invece che sprecare la tua energia per difendere la verità di un panorama che si rivela solo lungo la salita.

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